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Le tartarughe marine, sentinelle dell’inquinamento marino da rifiuti


Françoise CLAROVeterinaria, Coordinatrice dell’Osservatorio tartarughe marine al Museo nazionale di storia naturale condivide la propria esperienza.


Tartaruga catturata nelle reti e salvata durante la campagna “ACCOBAMS Survey Initiative” in Egitto

Nella zona RAMOGE si osservano prevalentemente tre specie di tartarughe marine: la Caretta caretta, la tartaruga verde Chelonia mydas e la tartaruga liuto Dermochelys coriacea. Per le prime due le principali aree di deposizione delle uova si concentrano nel Mediterraneo orientale, ma negli ultimi anni sono aumentate le osservazioni in mare di adulti maschi e femmine e gli episodi di deposizione della Caretta caretta nel Mediterraneo occidentale (soprattutto in Francia e in Italia).

I due casi più recenti di deposizione di uova registrati a luglio 2020 sulle spiagge di Fréjus (Francia) devono spingere i gestori a raddoppiare gli sforzi per la conservazione della popolazione di tartarughe marine, la cui sopravvivenza dipende più dagli esemplari adulti che non dai giovani.

Le tartarughe marine, che hanno forti probabilità di ingerire rifiuti e di rimanere impigliate tra cime, sacchetti di plastica e reti da pesca abbandonate, sono considerate bioindicatori interessanti da chi opera per la conservazione dell’ambiente marino. Avvalendosi della collaborazione delle reti di spiaggiamento e dei centri di recupero tartarughe, la Direttiva quadro europea sulla strategia per l’ambiente marino e il programma di monitoraggio del Piano d’Azione per il Mediterraneo della Convenzione di Barcellona studiano la frequenza dei fenomeni di ingestione e aggrovigliamento, le quantità e le tipologie di rifiuti responsabili delle interazioni con questi animali, e la gravità degli impatti osservati sul loro stato di salute. Questi dati permettono di valutare se le misure adottate per la riduzione dei rifiuti in ambiente sono sufficienti ed efficaci.

In questo senso l’Accordo RAMOGE e le politiche ambientali svolgono un ruolo cruciale. Anche noi possiamo dare il nostro contributo per avere un mare pulito, partecipando ad esempio alle varie iniziative di informazione e di pulizia delle spiagge o, perché no, mettendo a punto nuove idee per lo svolgimento di campagne in materia. 

A tale proposito si ricorda l’esempio di una campagna particolarmente efficace realizzata alcuni anni fa su una delle spiagge più importanti per la deposizione delle uova della tartaruga Caretta caretta in Grecia, a Zacinto. 

Grazie all’aiuto di un produttore di piccoli personaggi molto apprezzati dai bambini (di cui non si farà il nome), sono stati fabbricati sacchetti di carta illustrati con la storia di una tartaruga marina da distribuire alle persone affinché li usassero per raccogliere i rifiuti prodotti in spiaggia. I genitori, trovandosi a dover rispondere alle numerose domande dei piccoli, erano costretti a rivolgersi alle guardie presenti in spiaggia, che hanno colto l’occasione per dare informazioni sulle tartarughe marine e sui pericoli in cui possono incorrere a causa dei rifiuti. 

Speriamo che questo genere di iniziative e quelle promosse dall’Accordo RAMOGE ci consentano quanto prima di vedere le tartarughe marine in buona salute nei nostri mari.