PERCHÉ QUESTA GUIDA?
Questa guida, promossa su iniziativa del gruppo di lavoro RAMOGE “Gestione integrata delle zone costiere” e del Segretariato RAMOGE, è stata redatta e realizzata da Juliette LAMI (ingegnere ambientale) in base alle ricerche e ai lavori condotti sulla problematica dei rifiuti marini dalla Fondazione Surfrider e dai membri del gruppo. Il documento vuole essere uno strumento dedicato agli enti locali per incoraggiare le istituzioni pubbliche a impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze, nella riduzione dei rifiuti contribuendo in tal modo alla conservazione degli ecosistemi marini. La prima parte si sofferma sulla tematica dei rifiuti marini e sul quadro normativo applicabile in materia. La seconda parte, invece, è costituita da brevi schede che illustrano azioni semplici e poco costose che possono essere messe in atto dagli enti locali per ridurre la presenza di rifiuti nell’ambiente.
INSIEME PER RIDURRE I RIFIUTI MARINI


Campagne RAMOGE di censimento dei rifiuti sulle spiagge.
L’Accordo RAMOGE attribuisce grande priorità alla problematica dei rifiuti marini e si impegna fattivamente nel far fronte alle pressioni e minacce esercitate sull’ambiente marino. In effetti, come dimostrato dagli studi scientifici condotti negli ultimi anni, i rifiuti marini sono all’origine di molti impatti, anche gravi, sulla vita acquatica e sulla salute dell’uomo. Nel 2014, l’Accordo ha condotto campagne di censimento dei rifiuti sulle spiagge della Liguria, della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra (PACA) e di Monaco, realizzate utilizzando procedure standardizzate a livello europeo seguendo il protocollo di monitoraggio dei rifiuti marini contenuto nella Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD). I risultati ottenuti durante le campagne evidenziano che l’80% dei rifiuti più comunemente rinvenuti sulle spiagge sono generati da attività antropiche a terra, e l’80% di questi è costituito da plastiche. Ovviamente, se non vengono raccolti, questi rifiuti prima o poi finiranno in mare, al largo, in superficie o nella colonna d’acqua, e si accumuleranno sui fondali marini.
Per questo motivo, l’Accordo ha voluto proporre soluzioni e nello specifico incoraggiare gli enti territoriali locali a contribuire, nell’ambito delle proprie competenze, alla riduzione dei rifiuti marini e di conseguenza alla conservazione degli ecosistemi marini. Gli enti locali, infatti, grazie alle proprie competenze normative nella gestione dei rifiuti dispongono degli strumenti più adeguati ed, essendo a stretto contatto con i cittadini, svolgono un ruolo privilegiato per sensibilizzare la popolazione sui comportamenti quotidiani volti alla riduzione dei rifiuti marini. Le iniziative promosse localmente possono contribuire a evitare la produzione di rifiuti. Questa guida si rivolge prevalentemente al Principato di Monaco e agli enti locali delle regioni Liguria e PACA, siano essi in territorio costiero o meno, perché i rifiuti rinvenuti sulle spiagge non provengono solamente da attività antropiche presenti sulla costa, ma anche da quelle presenti nell’entroterra.